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PALESTINA IN CATTEDRA

PALESTINA IN CATTEDRA

A Cagliari un evento di alternanza scuola lavoro con tema la questione Palestinese organizzato dall’Associazione Sardegna pro Palestina per spiegare le ragioni di un popolo oppresso che necessita di usare le armi e rapire innocenti.

Mentre in mondo visione vengono diffuse le immagini agghiaccianti degli ostaggi liberati da Hamas con tanto di  miliziani muniti di mitra spianato davanti ad una folla festante c’è chi a Cagliari, nel soleggiato capoluogo sardo, pensa di indottrinare le giovani menti diffondendo l’idea che tutto questo spettacolo risponda alle esigenze di un popolo oppresso.

Succede infatti che l’associazione Sardegna pro Palestina patrocinata dalla Regione Sardegna e sostenuta da una selva di organizzazioni pacifiste, ambientaliste, antimilitariste, antieolico dell’isola e persino da chi gestisce uno dei teatri più importanti di Cagliari proponga alle scuole superiori un incontro valorizzabile anche come esperienza PCTO (alternanza scuola lavoro) denominato “Palestina in Cattedra”. Il tutto nell’arco di una mattinata il 27 febbraio 2025 ben incorniciata in un innocente festival cinematografico Al Ard.

Nel volantino divulgato attraverso i media si specifica “ l’incontro totalmente gratuito è stato concepito con lo scopo di informare, offrire spunti di riflessione e stimolare al dibattito su una tematica, quella relativa alla questione palestinese, spesso trascurata dai media”.

Da quindici mesi non vediamo altro che servizi relativi alle vittime palestinesi dei bombardamenti israeliani, spesso dimenticando nelle cronache ciò che li ha generati, un massacro tra i più feroci e sadici di civili. Non pare proprio che l’argomento sia trascurato, forse per l’Associazione il problema è che ogni tanto qualcuno azzarda ricordare il 7 ottobre.

Che cosa poi intendono spiegare gli associati di Sardegna pro Palestina agli studenti non è dato sapere. Vorranno loro spiegare il perchè per difendere un proprio diritto sia necessario compiere atti criminali invocando l’intervento della Corte Penale Internazionale solo quando fa comodo e solo perchè denunci il nemico giurato, odiato, fin dalla più tenera età? 

Il programma: durante l’arco della mattinata dopo una introduzione storica di inquadramento  sul tema, a cura dell’Associazione Amicizia Sardegna – Palestina, seguirà la proiezione di diversi documentari, di lunghezza diversa, intervallati da momenti di dibattito in cui gli studenti e i docenti avranno modo di interloquire direttamente con i registi dei film presenti.

Naturalmente il tutto senza un contraddittorio, come se un giovane potesse in quella circostanza alzarsi candidamente e chiedere “ ma scusate visto che condannate Israele per ciò che ha fatto negli ultimi 15 mesi, non potevano I miliziani di Hamas trovare essi stessi un altra via per rivendicare il proprio diritto ad uno Stato che non fosse l’uso delle mitragliatrici, la costruzione di tunnel costosissimi, il massacro di giovani innocenti che partecipavano ad un festival musicale? E da dove sono venute tutte quelle armi e quelle risorse economiche? Magari a rispondere potrebbero essere le numerose associazioni antimilitariste sarde e lo stesso presidente dell’Associazione Sardegna pro Palestina che chiedono a suon di manifestazioni la chiusura della fabbrica della RWM di Domusnovas quale strumento per alimentare la guerra occidentale, coloniale, imperialista e magari potremmo così scoprire che sì, devono chiudere le fabbriche di armi occidentali per tenere aperte solo quelle che foraggiano i gruppi terroristici come Hamas. Un ultima annotazione, in questo difficile momento a deporre le armi dovrebbero essere anche coloro che lavorano nel mondo della cultura come I docenti delle scuole superiori e non continuare a foraggiare narrazioni tossiche che non giovano a nessuno.