SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS
Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.
Carlo Giovanardi
Abbiamo una organizzazione terroristica, Hamas, statutariamente impegnata a cancellare lo Stato di Israele “dal fiume al mare”, che ha dimostrato il 7 ottobre 2023 a tutto il mondo che il metodo che intende usare per raggiungere il suo obiettivo è quello dello sterminio di tutti gli ebrei, uomini, donne e bambini che vivono in quel territorio. Parliamo di un popolo vittima di secolari persecuzioni, culminate durante la seconda guerra mondiale nel tentativo di Adolf Hitler di perseguire la “soluzione finale” della questione, arrivando allo sterminio di milioni di essere umani, la cui colpa era semplicemente di essere ebrei. Ricordo agli smemorati che la lotta contro la barbarie nazista non si fermò ai confini della Germania, consentendo a Hitler di rimanere al potere, ma che gli Alleati arrivarono a Berlino stroncando quell’infame regime. Milioni di civili tedeschi innocenti persero la vita nei bombardamenti a tappeto, ma non mi risulta che Truman, Churchill e Stalin siano stati processati come criminali di guerra, mentre è sicuro che la Germania e il Giappone, che si era macchiato di altrettanti orribili crimini, sono stati vaccinati dal pericolo di percorrere nuovamente la strada delle barbarie. Se viceversa Hamas non sarà sradicato da Gaza uscirà dal conflitto con l’aura del vincitore davanti a tutti i nemici mortali di Israele, con tutto il tempo per riorganizzarsi e riprovare ancora ad attuare il suo programma. Il problema del conflitto arabo-israeliano non si chiama Netanyahu, se verrà sfiduciato nessun nuovo Presidente cambierà linea nei confronti di Hamas e degli Hezbollah filo-iraniani, perché tutti sanno benissimo che ogni cedimento non farà altro che moltiplicare in maniera esponenziale le vittime del fanatismo antisemita. Per tutte queste ragioni penso che si debba stare con Israele senza se e senza ma.
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