Cessate il fuoco
Francesca Nocerino
“Ora e sempre la democrazia si difende”. È questo lo slogan scelto dalla brigata ebraica per il 25 aprile. E senza questa premessa ogni altro slogan diventa privo di significato anzi, meglio, ambiguo. Come il generico “Cessate il fuoco”, che si ostina a non tener conto di chi sono gli aggrediti e chi gli aggressori. Di chi la democrazia l’attacca e di chi la difende. E vuota di contenuto appare la parola “Pace”. Perché’ non c’è pace senza democrazia, senza consenso. Dovrebbe saperlo bene chi calca le piazze del 25 aprile, eppure anche quest’anno come ormai da troppo tempo, forze estranee alla celebrazione per la liberazione dal nazifascismo hanno tenuto in ostaggio la piazza. Fuori dalla prima linea la brigata ebraica, medaglia d’oro alla resistenza, che contribuì allo sfondamento della linea gotica. Purtroppo anche il 25 aprile ha ceduto le armi alle sirene della propaganda e agli schiamazzi dei nuovi integralisti. All’ombra delle bandiere palestinesi, che all’epoca, per chi non volesse ricordare, sventolavano per Hitler, si è consumata la cancellazione della memoria.
“Dagli al sionista” è la minaccia scomposta che si leva… Ma “il sionista” abbiamo invece il dovere di celebrarlo, e ringraziarlo. Si chiamava Emilio Sereni. Insieme a Sandro Pertini, Leo Valiani (anche lui di religione ebraica) e Luigi Longo, presiedeva il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia che il 25 aprile del 45 proclamò l’insurrezione nei territori ancora occupati dai nazifascisti dando il via all’attacco dei partigiani.
Per la democrazia di questa terra, la sua, la nostra, Sereni combatté e fu ucciso. Perché “ora, e sempre, la democrazia si difende”.
È la storia del nostro 25 aprile. E addolora assistere alla mistificazione colpevole che si è messa in scena nelle nostre piazze con la complicità dell’ANPI, e che ha il sapore della manipolazione tanto cara alle ideologie totalitarie che oggi scatenano utili idioti al grido “dal fiume al mare”.