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OBIETTIVO ANNULLARE LA MEMORIA

OBIETTIVO ANNULLARE LA MEMORIA

Oggi Israele celebra la memoria della Shoah e dell’Eroismo nell’anniversario della rivolta del Ghetto di Varsavia. Quest’anno la memoria della Shoah si intreccia con il massacro del 7 ottobre e la furia antisemitca che ha scatenato nel mondo. In questa guerra, la Shoah e la sua storia sono oggetto di negazionismo e inversione.

Un missile da Gaza ha distrutto il museo della Shoah a Yad Mordechai, un kibbutz al confine con il Nord della Striscia di Gaza. Dopo mesi di guerra, il memoriale della Shoah di Hyde Park è stato coperto per proteggerlo da possibili atti vandalici. Due aspetti che evidenziano la natura della retorica anti-israeliana, che nega, banalizza o si appropria della Shoah.

L’inversione della Shoah si è consolidata nel linguaggio ideologico anti-israeliano che descrive Gaza come “un campo di concentramento” e gli israeliani come “nazisti”. Il regime iraniano ha avuto un ruolo fondamentale nell’intrecciare negazionismo e inversione della Shoah fin dal 2006, quando ha organizzato il concorso delle vignette sulla Shoah cui hanno partecipato tristemente anche degli italiani. Nel 2020, il Leader Supremo Khamenei pubblica un poster intitolato “La Palestina sarà libera, la soluzione finale: resistenza fino al referendum”.

La banalizzazione della Shoah è servita negli anni nel mondo arabo e islamico a dipingere il sionismo come una forma di nazismo o ad accusare gli ebrei di aver inventato o esagerato i crimini nazisti per giustificare la creazione dello Stato di Israele.

In Europa si fa strada invece l’insofferenza per la memoria, nutrita di sentimenti anti-israeliani e antisemiti. La vandalizzazione delle pietre d’inciampo a Roma dopo l’inizio della guerra assieme alle stelle di David sulle porte di famiglie ebraiche a Berlino e Parigi avrebbero dovuto chiarire oltre ogni dubbio la ferocia del sentimento antisemita che nutre la propaganda anti-israeliana e anche confermare che la memoria della Shoah è diventata un altro campo di battaglia nel conflitto israelo-palestinese riversatosi nelle strade e nei campus universitari in Europa e negli Stati Uniti.

La promessa che “mai più” il popolo ebraico sarebbe stato vittima di violenze antisemite è stata violata e tra i testimoni della Shoah, ci sono anche quelli che parleranno di come sono sopravvissuti alle atrocità naziste e ai massacri del 7 ottobre. Come ha scritto Amos Oz, la differenza è che allora, gli antisemiti urlavano “ebrei in Palestina” mentre oggi urlano “ebrei fuori dalla Palestina”.