SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS
Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.
Daniele Scalise
A distanza di quasi un anno ho l’impressione che il giorno più nefasto non sia stato sabato 7 ottobre 2023 ma tutti quelli che lo hanno seguito. Già la sera della domenica mi accorgevo che gli occhi si erano velocemente asciugati. A poche ore dal peggiore pogrom dopo la Seconda guerra mondiale, si costituiva e organizzava tra di noi la indecente quinta colonna di Hamas mentre ero costretto, come tutti, a leggere le cronache aberranti che narravano di una ragazzina di dodici anni violentata dai suoi coetanei come punizione d’essere ebrea, di manifestanti che sventolavano bandiere palestinesi nel campo di Birkenau, di femministe armate in silenzio sprezzante di fronte allo stupro di massa delle donne israeliane, di gay impazziti che tifavano per i propri assassini. E la politica fatica a pronunciare la parola ‘ostaggi’ ma è sempre pronta a chiedere a Israele un immediato cessate il fuoco in una prospettiva di pace impossibile.
Anche il privato di molti di noi ne è uscito malconcio. Un’amica di sempre, e tra le più care, dopo un silenzio di mesi, si è finalmente spiegata attraverso un whatsapp: “le posizioni pubbliche che hai preso sono troppo lontane dalle mie. La nostra amicizia muore qui”. Riposi in pace. Perché la verità del Qoelet – non c’è niente di nuovo sotto il sole – ci coglie ogni volta di sorpresa? Eppure, in un non lontano passato, uno dei momenti più tragici della nostra storia non fu quel dannato 5 settembre 1938, quando un monarca pusillanime firmò il decreto che espelleva gli ebrei dalle scuole del regno. La vera sciagura fu il 6 di settembre quando – salvo pochi eroi – nessun professore, nessun alunno, nessun genitore di nessun alunno, nessun bidello, nessun funzionario scolastico, nessun cittadino ebbe la dignità e il coraggio di reagire, mettersi di traverso e scaraventare dalla finestra lavagne e banchi e registri e dare fuoco a quel mondo di merda. Gli italiani-brava-gente se ne stettero invece in compiacente silenzio mentre il breve corteo dei compagni di scuola e dei professori ebrei usciva dalle scuole e dalla loro vita, convinti com’erano, quei milioni di italiani-brava-gente, che la cosa non li riguardasse. Che si sbagliavano di grosso l’avrebbero scoperto di lì a poco lasciando che il Paese annegasse nel sangue. E questi quando lo scopriranno? Ma lo scopriranno mai?
Articoli correlati: