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SETTEOTTOBRE: L’ESPRIT DU TEMPS – Ruben Della Rocca

SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS

Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.


Ruben Della Rocca

Il 7 ottobre 2023 rimarrà per sempre una data scolpita nelle menti e negli animi del popolo ebraico e di chiunque abbia a cuore il mondo libero e la democrazia.
Il dolore, l’orrore e lo sgomento che ci accompagnano da quella giornata, e che proseguiranno almeno fino a quando l’ultimo ostaggio in mano ai nazi islamisti di Hamas non tornerà a casa sano e salvo, seguiterà a essere il sentimento prevalente.
Rispondere alla domanda su cosa sia cambiato da quel giorno tremendo è per certi aspetti semplice, per altri complicato.
La semplicità consiste nel fatto che proprio quei sentimenti di afflizione che ci hanno accompagnato e ci accompagnano, ci costringono a vedere le cose del mondo con una prospettiva diversa da come eravamo abituati.
La generazione di noi figli e nipoti della Shoah mai avrebbe pensato di dover rivivere e rivedere scene come quelle degli stupri, incendi, devastazioni, bambini messi nel microonde e bruciati vivi come nei forni di Birkenau, ebrei deportati e ridotti in cattività come nel 1943. E le reazioni del mondo capovolte rispetto quanto accaduto. Con la legittima reazione israeliana allo scempio il ritorno dell’antisemitismo più becero e violento che ha coinvolto ogni città del mondo in maniera più o meno intensa.
Un senso di solitudine e abbandono ci ha pervaso e allo stesso tempo, nell’enorme disgrazia, abbiamo la fortuna di avere al nostro fianco singoli e associazioni come la Setteottobre, le Associazioni Italia-Israele, la Sinistra per Israele che hanno colmato quel vuoto di affetto e vicinanza, con la loro condivisione di un dramma altrimenti insopportabile, così come è avvenuto per testate come Radio Radicale e il Foglio. E, in Italia, la fortuna di avere un governo, quello di Giorgia Meloni, capace di tenere la barra dritta nell’obiettività sul conflitto e nella lotta all’antisemitismo scatenatosi nelle piazze e nelle università.
Complicato invece è sapere cosa ci aspetta dopo il 7 ottobre e dopo quanto di ulteriormente drammatico avvenuto nelle settimane e mesi successivi: la piaga dell’odio antiebraico in giro per il mondo, gli attacchi a Israele dall’Iran e dallo Yemen, i movimenti nazisti islamici come Hamas ed Hezbollah che minacciano costantemente lo Stato Ebraico e le due superpotenze, Russia e Cina, che soffiano sui carboni e li rendono più ardenti che mai con il loro progetto di far saltare le democrazie e il nostro sistema di vita occidentale.
L’antisionismo e l’antisemitismo sono solo i due detonatori utilizzati per confondere e disgregare le nostre società e il sistema di vita, filosofico e di pensiero politico occidentale. Non cogliere i rischi e le incognite del terremoto che si è scatenato dopo il 7 ottobre 2023, abbandonando Israele al suo destino, equivarrebbe a far sì che si ripeta la storia del vecchio continente dal 1938 al 1945, con un novello Hitler che non vive più in un bunker di Berlino ma si divide tra Mosca e Pechino, con qualche capatina a Teheran o a Damasco per dare ordini al suo Asse del Male.
Meditiamo su questo.


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