SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS
Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.
Roberta Vital
Ciò che è accaduto in Israele il 7 ottobre del 2023, tocca l’Europa più di quanto si pensi. Purtroppo, in tutti questi anni l’interesse verso Israele non è stato per la natura fortemente pluralista della sua società, per l’integrazione che a fatica è riuscita a costruire negli anni e che ne compone la vita politica, universitaria e sociale. La maggior parte dell’opinione pubblica, ha conosciuto Israele attraverso la lente distorta del conflitto arabo-israeliano e questa narrativa non ha aiutato né i palestinesi, né l’Occidente a percepirne la reale natura.
Dopo il 7 ottobre, si è rafforzata in me la certezza granitica che l’antisemitismo elaborato dalla Conferenza di Durban per delegittimare Israele e gli ebrei si è ben annidato nella nostra società a tutti i livelli.
Non è casuale che, quando Israele ancora non aveva reagito, abbiamo visto strappare nell’indifferenza le immagini con i nomi e i volti degli ostaggi israeliani in mano a Hamas. L’orrore di quanto accaduto è emerso man mano che venivamo a conoscenza della mattanza che per caratteristiche è parsa immediatamente un pogrom. Non è stato sufficiente ammazzare, violentare, rapire centinaia di civili inermi, si è voluto bruciare e dare alle fiamme ogni residuo di identità ebraica. Immediatamente a pochi giorni dal più grande eccidio di ebrei dopo la Shoah, ho sentito che nulla poteva essere come prima, un senso di sfiducia nell’umanità, di un futuro di pace e di un “Mai più”, che non fosse solamente una frase retorica. L’incapacità di molti di capire la reale portata dell’eccidio nei kibbutzim e del Nova Festival, conferma che l’escalation del linguaggio verbale e dell’incitamento all’odio contro gli ebrei era già stato ampiamente superato e normalizzato. L’antisemitismo trova sempre una “giusta causa” per rigenerarsi e per corrodere la nostra democrazia e purtroppo il 7 ottobre ha rotto gli argini dell’odio.
Molti giovani sono stati discriminati nelle università solo perché di religione ebraica, così come in diverse manifestazioni abbiamo visto aggressioni contro gli ebrei e chiunque fosse al loro fianco. Improvvisamente non si è più fatta distinzione tra nazionalità e religione e agli ebrei tutti, veniva chiesto più o meno esplicitamente di discolparsi come se ontologicamente colpevoli.
È cambiata purtroppo la fiducia nei confronti di molti media, vedendo cavalcare fonti non verificate contro Israele che alimentavano odio per gli ebrei nel mondo.
La sensazione di profonda solitudine ha però riacceso l’unità del popolo ebraico che è stato capace di stringersi in un enorme abbraccio ritrovando il senso di unione e di identità in questa battaglia per la sopravvivenza. Molti dei ragazzi sopravvissuti al Nova Festival testimoniano, nell’immenso dolore, la volontà di sorridere alla vita e questo desiderio è ciò che ci darà la forza di guardare al futuro con speranza.
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