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SETTEOTTOBRE: L’ESPRIT DU TEMPS – Giorgia Calò

SETTEOTTOBRE

L’ESPRIT DU TEMPS

Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.


Giorgia Calò

Un evento traumatico si incide nella nostra memoria come un ricordo indelebile. Chi potrebbe dimenticare dove si trovava l’11 settembre 2001, quando la notizia delle Torri Gemelle ci travolse con la sua forza devastante? Questa particolare forma di memoria, definita “flashbulb memory”, fonde la tragedia collettiva con dettagli personali, scolpendosi nella mente per sempre. Un altro esempio, devastante per noi romani e non solo, è l’attentato al Tempio Maggiore di Roma del 9 ottobre 1982, in cui perse la vita il piccolo Stefano Gaj Tachè z.l. Nonostante fossi una bambina, ricordo quel giorno come se fosse ieri.

Ancora una tragedia ha scosso profondamente la mia anima. Ho appreso con ore di ritardo della strage del 7 ottobre, mentre celebravamo Succoth. Mi trovavo in Sinagoga, circondata da persone che parlavano concitatamente. Nulla avrebbe potuto prepararmi alla terribile notizia che stava per sconvolgere la mia vita, trasportandomi in uno stato di angoscia e apprensione perpetua per gli ostaggi e per il conflitto in corso.

Nella mia funzione di direttore di un centro culturale ebraico, sento oggi, più che mai, il dovere di riflettere sulla missione che ci guida: preservare e promuovere la verità, specialmente quando essa è minacciata dalla disinformazione e dal pregiudizio. Non posso esimermi dal denunciare come i media, e ancor più i social media, spesso distorcano la realtà con finalità propagandistiche e antisioniste. Siamo testimoni e protagonisti, nostro malgrado, di una guerra che si combatte anche sul piano della comunicazione, dove le informazioni vengono strumentalizzate o sacrificate sull’altare di narrative manipolative, proiettandoci nell’era della “post-verità”. La nostra missione è chiara: dobbiamo contrastare con tutte le nostre forze la disinformazione.

Scrivo queste parole alla vigilia di Tish’ah BeAv, il giorno più solenne di lutto e riflessione per il popolo ebraico. È il momento in cui la nostra memoria collettiva si sofferma sulle tragedie che ci hanno segnato, a partire dalla distruzione dei Templi di Gerusalemme. Tuttavia, Tish’ah BeAv non è solo un momento di dolore; è anche un invito alla rinascita e alla ricostruzione, un monito a trasformare il dolore del passato in forza per affrontare il futuro. Questo giorno ci ricorda che, nonostante le distruzioni e le sofferenze, abbiamo sempre trovato la forza di rialzarci. Dobbiamo continuare a farlo, affrontando le sfide attuali, legittimando l’esistenza dello Stato d’Israele per il bene dell’intera umanità.


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