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SETTEOTTOBRE: L’ESPRIT DU TEMPS – Giovanni Galassi

SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS

Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.


Giovanni Galassi

Pochi giorni dopo il 7 ottobre, nel mio quartiere, anzi: davanti alla mia gelateria preferita, è apparsa una scritta: “frocie per la Palestina”. O meglio: FROCIE PER LA PALESTINA, che forse rende meglio l’idea, giacché questa scritta è enorme e si estende per un buon mezzo isolato.

Allora, diciamolo chiaramente, ce ne sono di molto peggiori in giro, però questa scritta è proprio sgraziata, tutta smilza e storta, fatta davvero senza amore. E poi è davanti alla mia gelateria preferita, dicevo, e davvero non puoi tentare di ignorarla.

Comunque, superato lo sdegno grafico, c’è ovviamente quello di significato. In Medio Oriente un omosessuale rischia letteralmente la vita ovunque, tranne che in Israele. Perché dunque gli omosessuali occidentali dovrebbero schierarsi così platealmente con l’altra parte? Non ha senso, pensavo.

Casualmente, pochi giorni dopo, mi sono imbattuto nella monumentale “Vita di Ben Gurion” di Shabtai Teveth dove, attenzione, il biografo riporta fedelmente le parole del grande statista: “Israele non sarà mai un paese vero fin quando non avrà i suoi criminali, le sue prostitute, i suoi ladri, le sue frocie per la Palestina”. Mi è preso un colpo.

Ho controllato ancora e ho trovato ulteriori conferme. Sono lampi di genio che finiscono nei cunicoli della storia, parole profetiche di grandi uomini che non si possono comprendere per decenni e dunque si emendano. Solo per fare un esempio, anche Roosevelt disse che l’America sarebbe diventato un grande paese solo quando Marco Travaglio l’avrebbe equiparata alla Russia di Putin. 

Ma restiamo su Israele. Questa scritta, insomma, è diventata la mia ossessione. Lo confesso: ho iniziato a girare per Roma di notte per cercare di incontrarne l’autore – o l’autrice, o l’autric*. 

Ce l’ho fatta solo svariati mesi dopo, l’ho sorpreso in una stradina di periferia: scriveva la stessa cosa, nello stesso sgraziato modo. Gli ho chiesto se fosse un ignorante o un fine esegeta di Ben Gurion; lui mi ha detto la seconda. Gli ho detto giuramelo o chiamo la polizia. Lui me l’ha giurato: sono un sionista convinto, mi ha detto. Non sono neanche gay. E Ben Gurion aveva ragione, fa un po’ ventennio come concetto… ma è vero: anche i nemici ci identificano. E fin quando ci saranno le “frocie per la Palestina” sarà chiaro a tutti che quella contro Israele è un’allucinazione collettiva.

Be’ non sta funzionando molto, gli ho detto io. Lui un po’ lo sapeva, ma di certo non voleva sentirselo dire. Si è rabbuiato ed è corso via a fare altre scritte. 

Non aveva davvero altro tempo da perdere con me.


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