SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS
Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.
Fariba Karimi
Non sono ebrea, non sono israeliana, sono iraniana.
Per anni, nell’esilio che mi sono scelta in Italia, ho mantenuto un basso profilo evitando per quanto possibile di pensare al mio paese, perché pensarci era doloroso. A un certo punto però non mi è stato più possibile tacere e ho preso una posizione.
Il regime iraniano sostiene Hamas e altri estremismi che sono i miei nemici.
Sarà pur vero che i vasi comunicanti del Medio Oriente sono complessi ma siamo di fronte al paradosso di un’opinione pubblica manipolata che oggi sembra giustificare il terrorismo. Siamo bombardati dalle opinioni di chi non conosce la realtà del Medio Oriente e non sa nulla delle organizzazioni islamiche, arrivando persino ad ammettere le ragioni del massacro del 7 ottobre. Hamas ha scelto deliberatamente l’orrore per provocare una prevedibile reazione e contare quante più possibili vittime tra il proprio popolo, così da poter tirare in ballo la “reazione eccessiva” e legittimare con il ricatto la sua esistenza agli occhi del mondo.
Dimostrare gratitudine e simpatia per il regime degli Ayatollah, perché finanzia Hamas e dichiara di difendere il popolo palestinese con slogan di morte e con l’obiettivo di eliminare Israele dalla faccia della terra, si può giustificare solo con il lavaggio del cervello di una propaganda violenta e capillare.
Dovrebbe essere sufficiente uno solo delle molte migliaia di atti effettuati contro la libertà delle donne e degli uomini da parte di questo regime spietato per chiudere ogni discussione. Quelli che scendono in piazza gridando “Viva Viva Palestina”, “Dal fiume al mare”, con le bandiere di terre che la maggior parte di loro non ha mai visitato, sanno come si comportano con la comunità omosessuale nei territori controllati da Hamas, o da Hezbollah, e nei paesi arabi islamici o in Iran? Sanno che le donne non valgono nulla per questi terroristi fanatici?
Conoscono o ricordano, forse Mahsa Amini? La ragazza iraniana trucidata perché non portava “correttamente” il velo… e così come lei tante giovani donne e tanti uomini, accecati, uccisi, trascinati per le strade e impiccati dalla Repubblica islamica, solo per aver osato protestare per la libertà.
Sapete perché Hamas il 7 ottobre ha rapito le donne ebree come oggetto da violentare e uccidere e trascinare per le strade di Gaza? Le donne si uccidono e si violentano per umiliare la dignità di un intero popolo. È un conflitto di civiltà, tra cultura e teocrazia islamica.
Dopo l’orrore del 7 ottobre ho provato la stessa rabbia e il dolore che provo per una grande parte del popolo iraniano. Ho sentito lo stesso nemico, le stesse ferite e ho sofferto per le stesse armi usate contro giovani donne e uomini del mio paese. Qualche mese fa è scaduto il mio passaporto iraniano e ho deciso che non cercherò nemmeno di rinnovarlo per evitare di dovermi presentare al consolato iraniano di Roma e indossare il velo, avallando così il sopruso e la violenza subita dalle mie sorelle che hanno pagato con la vita la loro ribellione.
Ormai non mi aspetto nulla dai politici in generale, ma, dopo il 7 ottobre, quello che mi ha profondamente delusa è stato sentirmi completamente sola in una comunità civile che si nutre della propaganda e dimostra la propria ignoranza nei confronti dei valori di libertà, dignità e democrazia. Una ridicola mentalità radical chic e una profonda ignoranza dominano ormai l’occidente, una mentalità che non sopporta le critiche e le posizioni diverse e per questo le stigmatizza.
Qui in Italia, da chi giustifica le azioni di Hamas, mi sono sentita dire: “Sì,… ma tu non conosci tutta la storia…”
Cari amici, è vero, io non conosco la storia come l’avete vissuta voi, comodamente da casa. Io vengo dal Medio Oriente e l’ho vissuta sulla mia pelle e sapere ogni giorno di non poter più mettere piede nella mia patria, restando lontano dalla mia famiglia, dai miei cari, non è certo una cosa facile!
Nonostante l’amarezza di oggi sono sicura che un giorno potrò tornare nella mia casa, sicuramente quando non ci sarà più un regime islamico e l’Iran sarà finalmente un paese libero.
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