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SETTEOTTOBRE: L’ESPRIT DU TEMPS – Gabriele Albertini

SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS

Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.


Gabriele Albertini

Chi, come me, ha studiato I classici, sotto la severa guida dei Padri Gesuiti, ne rimane contaminato per tutta la vita e anche per affrontare i temi dell’attualità, ordinaria, comica o tragica che sia, come nel caso del “pogrom” del 7 ottobre, ritorna, spesso e volentieri a quegli studi e se ne richiama per cogliere il senso del presente.

“Homo sum, nihil humanum alienum a me puto”

Questa celeberrima frase è contenuta nell’opera del commediografo romano, del secondo secolo a.C.: Publio Terenzio Afro: “Heautontimorumenos” “Il punitore di se stesso” ed è stata utilizzata nei secoli, quasi come emblema precristiano dei valori della tolleranza, del “Diritto alla differenza”, della libertà, propri della Civiltà Occidentale Giudaico-cristiana.

È ben vero che anche il Marchese De Sade, nell’esergo delle “12 giornate di Sodoma”, citò la frase, quasi a voler significare che anche la depravazione fa parte dell’umanità, ma davvero mi riesce incomprensibile considerare “umano” le feroci atrocità commesse dai miliziani di Hamas verso gli inermi israeliani (americani, drusi, arabi) e lavoratori thailandesi, nei Kibbutz, sia i vivi, che i morti e persino i loro cani, i giovani israeliani, che si godevano la loro spensierata gioia di vivere, aggrediti brutalmente, durante un festoso rave party…

Si può considerare “umano” giocare a calcio con la testa appena mozzata di un neonato ebreo o il seno, appena reciso, di una donna ebrea, violentata, prima d’essere torturata e uccisa? È “umano” riprendere, con una web camera, posizionata su una fascetta elastica intorno alla fronte, vantandosene ed esibendo l’orrore e la ferocia di questi gesti, come meritevoli di lode, proprio perché spietati? Come encomiabili atti di una guerra, disumana, appunto, senza quartiere, contro il “nemico sionista”?

S’invoca “moderazione” da parte di tutto il mondo civile, nella risposta di Zahal, a difesa dell’integrità territoriale della Stato d’Israele e dell’incolumità dei suoi concittadini. Occorre colpire gli obiettivi militari, si esorta, risparmiando i civili innocenti… Giustissimo!

Ma come farlo, se “Israele usa i suoi missili per difendere il suo popolo, Hamas usa il suo popolo per difendere i suoi missili”?

Se a Gaza moschee, scuole, ospedali, abitazioni private sono usati, come “scudi umani”, per proteggere gli imbocchi della sterminata rete di tunnel sotterranei, che sono depositi di armi micidiali, caserme per i miliziani, residenze protette per i capi, come colpire il nemico, che lì s’annida, vigliaccamente, senza provocare vittime civili?

Quale può essere una “azione proporzionata” da parte di un Paese democratico, rispettoso dei diritti civili, l’unica democrazia del Medio Oriente, nella guerra contro un nemico: Hamas, che, nello statuto costitutivo recita: “Non esiste soluzione alla questione palestinese se non nel jihad”? 

Ed anche, citando Maometto: “L’ora finale non giungerà finché i musulmani non combatteranno contro gli ebrei e i musulmani li uccideranno”?

Ed ancora, citando Hasan al-Banna, fondatore dei “Fratelli Musulmani”: “Israele esisterà e continuerà a esistere finché l’Islam non lo annienterà, così come ha annientato ciò che lo precedeva”?

Quale può essere la risposta, se non la proporzionata “reciprocità”? “Annientiamo chi vuole annientarci”.

“Se gli arabi, oggi, deponessero le armi, ci sarebbe la pace. Se Israele, oggi, deponesse le armi, non ci sarebbe più Israele” (Golda  Meir).

I faziosi e severissimi osservatori delle risposta militare delle F.F. A.A. Israeliane ignorano e occultano le “Regole d’ingaggio”, sempre adottate, dai Comandi Israeliani, laddove possibile, senza, con ciò, avvertire gli obbiettivi militari, che si vogliono colpire, impedendone la neutralizzazione, che, sempre, si avvisa dell’imminenza di un attacco aereo, imponendo l’evacuazione dell’area, poi si colpisce con un proiettile, senza esplosivo e soltanto poi e da ultimo, si procede alla distruzione degli edifici della zona d’intervento.

Le F.F. A.A. Israeliane, per doverosamente ed obbligatoriamente annientare chi vuole annientare lo Stato d’Israele, sono costrette a non poter “risparmiare” gli “scudi umani”, vigliaccamente, posti a difesa di micidiali armi e feroci miliziani.

Ecco, presto detto, il cinico calcolo dei capi di Hamas: “ci mimetizziamo tra la popolazione civile, se colpite comunque noi combattenti, infrangendo gli ‘scudi umani’ di donne bambini, anziani e malati, ci avvantaggiamo comunque: l’odio del popolo palestinese verso di voi Sionisti crescerà a dismisura e sarà per sempre e il ludibrio della comunità internazionale vi sommergerà!”

“Potremmo, anche un giorno perdonarvi d’averci ucciso i nostri figli…ma MAI POTREMMO PERDONARVI D’AVERCI COSTRETTO A UCCIDERE I VOSTRI!” (Golda Meir) 

Siamo partiti dalla citazione di una celeberrima frase di Terenzio Afro, un profetico paradigma dei valori dell’Occidente, ma per quello che sta accadendo, oggi, nelle nostre società, basta citare il titolo della commedia da cui è tratta: “Il punitore di sé stesso”

Come non qualificare con un “suicidio di massa” una severa punizione del nostro credo civile, ogni sostegno, anche solo verbale a Hamas, all’ Iran, ogni acredine ingiustificata, stante lo scenario sopra descritto, verso l’autodifesa d’Israele?

Le femministe, i partiti dei “diritti civili”, i difensori della libertà sessuale inneggiano a chi vuole la donna sempre in chador nero, senza istruzione senza alcuna libertà,  schiava del maschio. Non consentono nessuna libertà di pensiero di religione, di parola e condannano a morte gli omosessuali!

W l’Associazione Setteottobre! Che cerca di ristabilire un po’ di verità in una società rovesciata che rinnega se stessa, i suoi valori, le sue origini e il suo destino e si consegna ai propri feroci carnefici, sottomessa e rassegnata all’estinzione!


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