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SETTEOTTOBRE: L’ESPRIT DU TEMPS – Francesco M. Talò

SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS

Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.


Francesco M. Talò

La vita media di un italiano è fatta di 30.295 giorni. Quanti ne ricordiamo?

Si potrebbe pensare che la storia, come la nostra vita, sia il risultato di uno sviluppo lineare che porti a un cambiamento necessariamente univoco: un progresso per gli ottimisti, un regresso per i pessimisti. Non è così: ci sono giorni lieti, quelli tristi e poi ci sono giorni catastrofici che sconvolgono la vita di comunità intere e la cambiano per tanti altri.

Chi ha vissuto l’11 settembre del 2001 ricorda quel giorno, dove si trovava, cosa faceva, cosa ha provato. In tanti hanno detto siamo tutti newyorkesi, per molti però quei sentimenti di solidarietà sono diventati solo un ricordo e non il segno di un cambiamento che spinge ad agire o almeno a interpretare la storia alla luce di quel giorno. Per me, che l’11 settembre ero a New York, quella data è stata un punto di svolta nella vita.

Cosa è cambiato per ognuno di noi da quel 7 ottobre di appena un anno fa? Fare paragoni è assurdo, ma l’orrore della strage compiuta da Hamas è stato ancora maggiore rispetto a quello dell’11 settembre. Gli attacchi di Hamas hanno provocato la morte di circa 1.300 persone in un paese con meno di 10 milioni di abitanti. In America ciò equivarrebbe all’uccisione di quasi 40.000 individui, 13 volte più delle vittime dell’11 settembre. Quasi ogni famiglia israeliana ha un familiare o un conoscente ucciso o rapito nel massacro di un anno fa, ma non è soltanto il numero delle vittime che colpisce, soprattutto è la crudeltà infinita, disumana che mi lascia inorridito. Una cattiveria esibita ancora più di quanto non sia avvenuto da parte dei nazisti durante l’orrore senza uguali della Shoah. I nazisti hanno cercato di occultare i loro crimini, distruggendo nella fuga i campi di sterminio, mentre i terroristi di Hamas si sono filmati con orgoglio mentre macellavano i bambini davanti alle madri e violentavano le madri davanti ai figli.

Questo e tantissimo di più è stato il 7 ottobre. Non solo l’incredulità nell’apprendere a inizio mattina le prime notizie di un un’invasione massiccia da Gaza all’interno di Israele. Un assurdo crollo di sicurezza che a me, che avevo visto la linea fortificata di confine e che ero stato dentro Gaza, sembrava impossibile. Adesso, è soprattutto importante ricordare il modo in cui è stato compiuto il massacro del giorno in cui la malvagità umana si è manifestata più che in qualsiasi altro attacco terroristico, più che in qualsiasi orribile carneficina di guerra, come ce ne sono state tante. Alla luce di quel ricordo si può e deve analizzare con il necessario spirito critico ciò che è successo dopo e reagire con la doverosa pietà ed inevitabile rabbia alle tantissime vittime innocenti che sono seguite, ma non possiamo dimenticare né accantonare il 7 ottobre, come sembra in troppi abbiano già fatto.

Ricordare bene cosa è stato il 7 ottobre, sempre.


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