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QUELLA VARIEGATA TRIBÙ DI ANTISEMITI

QUELLA VARIEGATA TRIBÙ DI ANTISEMITI

Ilaria Borletti Buitoni

Gli antisemiti sono una tribù molto varia composta da diversi gruppi, affatto omogenei fra di loro, se non fosse per quel filo che li unisce e che nei casi migliori è solo antipatia in quelli peggiori vera ostilità non solo nei nei confronti di Israele ma degli ebrei.
L’antisemita più scoperto è quello che brucia la bandiera di Israele, inneggia ad un Medio Oriente totalmente libero dalla presenza degli ebrei come del resto invocano molti dei paesi arabi, è quello che agghindandosi alla moda di Hamas urla slogan senza nemmeno saperne il significato. Questo gruppo è in un certo senso il meno pericoloso perché è il più visibile. Generalmente pervaso da una diffusa ignoranza è simile qualche volta nei suoi comportamenti ai gruppi neonazisti veri e propri che servendosi di simboli deteriori del secolo scorso chiede un mondo libero dai perfidi giudei, la vera élite responsabile di qualsiasi disastro anche attuale della nostra società.
Esiste poi un’altra famiglia di antisemiti: sono coloro che dichiarano di non esserlo, ma che ritengono per la sicurezza generale, per la tranquillità di tutti di evitare comportamenti o scelte che possano minimamente essere interpretate come una difesa di Israele: se l’Orchestra Filarmonica di Israele è invitata ad Amsterdam nel prestigioso Concertgebouw per la tappa di una tournée si ritiene legittimo per evitare disordini pretendere che almeno il solista sia arabo e naturalmente non esistendo solisti arabi noti nella musica classica che possano garantire la qualità musicale richiesta, ecco la soluzione più facile: cancellare la tappa olandese della Filarmonica.
Esiste anche l’antisemita che nega l’antisemitismo: “ma non stai esagerando non sono poi così tanti gli episodi, sono molto peggio gli attacchi agli islamici e la diffusa islamofobia che sta attraversando l’Europa!”: per questo tipo di antisemita naturalmente è normale che i bambini ebrei vadano a scuola attraversando un corridoio di mezzi blindati che ne tutelano la sicurezza. Le stelle di David dipinte sui negozi degli ebrei e la distruzione delle tombe nei cimiteri ebraici sono una ragazzata e l’esclusione di artisti ebrei da manifestazioni mondiali artistiche o sportive sono semplicemente e di nuovo una misura di sicurezza.
Ma l’antisemita, forse più pericoloso è quello che dichiara in modo quasi candido” non sono contro l’esistenza dello Stato di Israele tantomeno contro gli ebrei, ma condivido l’accusa di genocidio e ritengo che sia il comportamento di Israele la vera e sola causa del dramma in Medio Oriente”. Questo tipo di antisemita, diffusissimo soprattutto in Europa anche tra quelle elite che hanno abbracciato senza dubbi la cultura wake ,ha cancellato con un colpo di spugna il 7 ottobre e gli ostaggi ancora prigionieri nei tunnel . Raramente cita l’incapacità di molti governi dei paesi confinanti a Israele di dare ai propri cittadini garanzie civili e sociali come la vera causa dell’aumento dell’integralismo islamico e ancor più raramente individua in Hamas un’organizzazione terroristica al soldo dell’Iran che ha costruito un’intera città militare sotto Gaza e che si serve della popolazione civile come scudo umano, la propria attività terroristica.
Questo tipo di antisemita è particolarmente insidioso perché sventola la bandiera della pace sulla quale evidentemente non ci può essere dissenso, assume il tono di chi pensa di essere dalla parte giusta della storia e pur avendone gli strumenti culturali evita accuratamente qualunque argomento che possa riportare i fatti al centro del dibattito: chi non deve indignarsi di fronte a 45.000 morti, causati dalle bombe di Israele, sganciate su una popolazione civile inerme, vittima di un’occupazione che in realtà non c’è da moltissimi anni. Ma questo poco importa.
Sarebbero molti di più i gruppi di antisemiti che compongono la grande tribù dei nemici di Israele colpevole senza appello e quanto agli ebrei non è proprio il momento di ricordare lo straordinario apporto da loro dato allo sviluppo della civiltà occidentale. Il vecchio refrain tra chi si dichiara apertamente sionista ma non riconosce allo Stato di Israele il diritto di difendersi o di rispondere agli attacchi subiti, è molto favorito non solo dal comportamento, quello sì criminale di Netanyahu per quello che riguarda i coloni religiosi, ma anche dalle posizioni di alcuni noti esponenti del pensiero progressista che parlando di suicidio di Israele invocano una patria per i palestinesi scordando, opportunamente, che i primi a non volerla sono proprio i paesi arabi!
In questi giorni assistiamo alla liberazione della Siria dal regime di Assad, accompagnata da molte preoccupazioni su quello che sarà il futuro di questa travagliata terra. Le promesse di apertura e di tolleranza da parte di gruppi fino a ieri legati al peggior terrorismo islamico sono in questo momento un ancora di speranza per la disperata popolazione siriana. Israele ha ovviamente approfittato di questa opportunità per distruggere definitivamente gli assetti militari di Hezbollah in Siria ed evitare che nel futuro nasca al proprio confine uno stato integralista islamico armato.
Il pacifista nostrano è un po’ smarrito di fronte agli ultimi eventi.: non sa bene se applaudire al cambio di regime in Siria, se sottolineare l’integralismo dei gruppi liberatori, se ricordare i massacri dei curdi da parte di uno dei grandi fautori della della sconfitta di Assad e cioè Erdoğan.
Deve rimettere Israele sul banco degli accusati da solo:come? Accusando lo stato ebraico di voler invadere la Siria e chissà che per un po’ questo slogan funzioni!