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ANTISEMITI DI COMPLEMENTO

ANTISEMITI DI COMPLEMENTO

Daniele Renzoni

Gli antisemiti sono in vacanza? Non si sono viste manifestazioni di protesta contro la strage di bambini drusi mentre giocavano a calcio nel nord di Israele colpiti da razzi Hezbollah sparati dal sud del Libano. Così come non si sono mobilitati per la morte di Ismail Hanyeh, il leader di Hamas, centrato in un appartamento di Teheran. Con università e scuole chiuse per l’estate evidentemente non hanno un centro di aggregazione da dove imbastire un cieco sostegno pro pal. Anche gli antisemiti si sono sciolti con il caldo dell’anticiclone africano? Dubito che sia così.

Piuttosto è temporaneamente sospesa la guida di “cattivi maestri” che o non conoscono la storia o la curvano in malafede. Ecco, in questa pausa torrida, dovremmo interrogarci su come costruire un tessuto educativo basato su una storia condivisa risultato di pura ricerca scientifica. Tutto questo non intende togliere valore all’individuale scelta di opinione ma almeno eviterebbe che intere generazioni crescano nella totale ignoranza dei fatti e degli accadimenti che hanno determinato la nostra cultura. Poi ciascuno è libero di schierarsi con chi preferisce, ma almeno con cognizione di causa e non per il sentito dire di una propaganda falsa o per i troll che avvelenano soprattutto i giovani. Per cattivi maestri intendo quella schiera rimasta senza rivoluzione che ha innalzato la bandiera del terzomondismo e del wokismo identificando un nuovo nemico per erodere le basi della cultura occidentale che ha sconfitto l’anticapitalismo totalitario. Di questo armamentario fa parte anche una rinnovata forma di antisemitismo strutturale, la ricerca di un capro espiatorio a cui addossare tutti i mali, o i vizi, della nostra società. Altrimenti non si capirebbe l’identificazione di un unico bersaglio con al centro israeliani/ebrei. Si può non condividere la politica e il governo israeliani ma perché trasferire quella legittima contestazione sul piano etnico? Così si vuole costruire il nuovo mostro: gli israeliani, governo e popolo di un Paese, si compartano così perché sono ebrei. E i circoli concentrici del sasso gettato nello stagno arrivano a coinvolgere il mondo intero. Quindi, non è antisemita chi critica il governo di Israele, è antisemita chi vuol accreditare una pregiudiziale responsabilità degli ebrei in quanto ebrei all’azione di Gerusalemme.