GLI EBREI QUESTI SCONOSCIUTI #2
Laura Camis de Fonseca
Della storia e della cultura degli ebrei in Europa non si insegna che qualche episodio clamoroso ma specifico e limitato nel tempo, con salti di molti secoli fra un episodio e l’altro. Ne esce una visione non soltanto lacunosa della cultura e della storia ebraica, ma una visione radicalmente distorta, in cui gli ebrei appaiono certamente sospetti, se in momenti così diversi e in luoghi diversi interi popoli decisero di dover dedicare grande impegno a cercar di cacciarli o sterminarli. Chi siano gli ebrei, come abbiano vissuto fra uno sterminio e l’altro, quale contributo abbiano sempre dato alla storia dell’umanità – tutto questo non viene narrato nei libri di storia e per lo più rimane materia oscura non soltanto per gli studenti ma anche per i docenti.
Sarebbe interessante condurre un’indagine fra gli italiani di media cultura per sapere quali grandi nomi conoscano della storia e cultura ebraica. Quanti citerebbero per primi Mosé, Gesù Cristo e San Paolo? E quanti ricorderebbero Karl Marx, Sigmund Freud e Albert Einstein, 1800 o 1900 anni più tardi? Anche coloro che sapessero collocare nel tempo e nello spazio storico tutti questi personaggi e rilevare che erano tutti ebrei probabilmente non considererebbero il loro comune ebraismo un elemento significativo, per lo meno non più di quanto considererebbero significativa un’eventuale comune propensione ereditaria all’orticaria. Che proprio la comune cultura e storia ebraica li abbia resi capaci di visioni radicalmente innovative della realtà pur in ambienti radicalmente diversi e abbia loro permesso di essere protagonisti e motori di grandi rivoluzioni culturali, questo probabilmente stupirebbe e forse scandalizzerebbe quasi tutti. Eppure è così. È giunta l’ora di chiedere che nei programmi scolastici d’Europa venga inserita la storia completa degli ebrei, della loro cultura e del loro ruolo nell’evoluzione delle istituzioni delle democrazie occidentali.
È il tema che verrà lanciato dal convegno universitario che si terrà il 6 novembre prossimo a Torino, dal titolo “’Chi ha un figlio che studia la Torah è come se non morisse’. Dialoghi intorno all’identità e resilienza nella storia ebraica”. A parlarne saranno Corrado Martone, Fabrizio Lelli, Ida Zatelli, Alberto Cavaglion, rav Alberto Somekh, Roy Chen e Zvi Eckstein. Segnatevi la data!
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