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IRAN PAESE DIVISO A METÀ

IRAN PAESE DIVISO A METÀ

Michele Valensise

Il colpo è stato durissimo, ma gli effetti sono attutiti dalla struttura di potere verticistica e dall’avvio immediato delle procedure per i casi di impedimento del presidente della Repubblica. A Teheran, mentre si decretano cinque giorni di lutto per la morte di Ebrahim Raisi, alcuni ne piangono l’improvvisa scomparsa nell’incidente dell’elicottero, altri festeggiano con fuochi d’artificio, canti e una valanga di messaggi in rete l’uscita di scena di un uomo più odiato che rispettato. A conferma della spaccatura del Paese.

La morte di Raisi non produrrà strappi. L’elezione del successore è fissata per il 28 giugno. Si ripeterà la farsa dell’esclusione arbitraria dalla competizione di candidati poco graditi a un regime asfissiante? Prevarrà un esponente più vicino al clero sciita o ai Pasdaran, ormai Stato nello Stato? In ogni caso la politica estera e la postura verso Israele rimarranno nelle mani della Guida spirituale e dei Guardiani della Rivoluzione, il presidente è solo un esecutore. E’ prevedibile una continuità: retorica infiammata contro Israele e Usa, cautela di fondo circa iniziative dirette, ma ancora infausto sostegno a Hezbollah, Hamas e Houthi. Il che non aiuterà certo a ridurre le tensioni.