LA VELINA DI HAMAS SULLA STAMPA ITALIANA
Anna Maria Borioni
Ieri è passata nelle redazioni la velina di Hamas e i risultati si possono leggere sui principali quotidiani nazionali. Tutti gli articoli sull’argomento danno per scontato che i numeri sulle vittime della guerra forniti da Hamas siano attendibili. Non emerge mai alcun dubbio, né un’opportuna riflessione sul loro essere di parte, sulla loro veridicità, sul loro provenire da un’organizzazione terroristica. Hamas è di fatto una fonte credibile e obbiettiva per la stampa italiana, ma c’è una contraddizione. Se tutti gli articoli riconoscono che la fonte dei dati è il ministero della Salute di Gaza “gestito da Hamas”, cioè da un’organizzazione terroristica, quindi anche il ministero dovrebbe essere considerato un’organizzazione terroristica, o almeno una sua costola funzionale. Come si risolve questa contraddizione? Non citando mai negli articoli Hamas come un’organizzazione “terroristica”, i suoi uomini sono sempre chiamati “miliziani” o “islamisti”. Ciò conferisce ai terroristi e alle loro organizzazioni un’aurea di credibilità, di quasi “innocenza” quando forniscono la conta dei morti. È una sorta di assoluzione. Così la fonte diventa credibile.

Il Corriere della Sera riporta nel sottotitolo che i numeri sono forniti “dagli islamisti”, non già dai terroristi, mentre nel pezzo Marta Serafini è perentoria: “sale a più di 50.000 il bilancio totale dei morti dall’inizio della guerra, per lo più donne e bambini”, senza alcun riferimento a Hamas.
Su Repubblica, Fabio Tonacci scrive a proposito delle 50.000 vittime che: “a tenere il conto sono le autorità sanitarie locali”. Il fatto che subito di seguito ammetta che tutte le amministrazioni pubbliche della Striscia sono controllate da Hamas non è però rilevante, perché in fondo “sono i palestinesi a contare i propri morti”. Accanto al pezzo firmato, la specifica dettagliata dei numeri delle vittime fra i bambini, divisi per morti e orfani. Fonte: “le autorità locali palestinesi”.


La Stampa titola “Hamas: Dal 7 ottobre 50mila morti”, poi nel pezzo Fabiana Magri, dopo aver affermato che i numeri sono dati dal ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas, sciorina i numeri in dettaglio come verità assoluta.
Per il Messaggero chi fornisce i numeri sono “miliziani”, come si legge nei sottotitoli, anche se nel pezzo si dice che il bilancio delle vittime proviene “dal ministero della salute di Gaza, gestito da Hamas”, ma questa circostanza non inficia la credibilità dei numeri che vengono forniti.

