L’AJA: DALLA CORTE ATTACCO A ISRAELE
Tiziana Della Rocca
Dopo la richiesta di Karim Khan, procuratore della Corte Penale dell’Aja, di emettere un mandato di cattura internazionale, oltre che per i capi di Hamas anche per Netanyahu e il Ministro della difesa Gallant, è importante spiegare, brevemente, come funziona la Corte Penale Internazionale. La CPI esiste per perseguire persone che non possono essere perseguite nel proprio Stato, o perché i crimini di cui si occupa la CPI non sono stati commessi lì, oppure perché non possono essere giudicate lì a causa di lacune del sistema giudiziario del Paese. Queste due condizioni non esistono in Israele (mentre ad esempio in Russia o a Gaza si) perché e uno stato governato in base al diritto, con un sistema giudiziario completamente indipendente e dove i crimini processati dalla CPI esistono nella legge: tutti possono essere perseguiti, processati e condannati, dai comuni cittadini alle persone che svolgono le più alte funzioni dello Stato. La richiesta del procuratore generale della CPI appare quindi esorbitante, visto che il suo ruolo non può essere quello di sostituirsi alla giustizia libera e indipendente di un Paese. Sarebbe, dunque, inaudito se i giudici rispondessero favorevolmente e arrivassero addirittura a emettere mandati di arresto contro Netanyahu e Gallant. E allora la domanda è: come mai Karim Khan ha fatto questa richiesta? La risposta non può che essere una: si pensa che la magistratura israeliana non sia completamente indipendente e non sia capace o pronta a perseguire un cittadino del paese (chiunque egli sia, c’è lo Stato di diritto) se lo sospetta di crimini di guerra! (Vedi art. 17 dello Statuto di Roma). Quindi, con questa richiesta, non si intende colpire due membri del governo israeliano bensì minare Israele nelle sue istituzioni più sacre. Israele ha già ampiamente dimostrato negli ultimi mesi che la giustizia è più che indipendente e lungi dall’essere asservita al governo, al contrario: il giudice Barak lo ha dimostrato pronunciandosi contro Israele nel ricorso del Sud Africa all’Aja. La Corte Suprema lo dimostra costantemente, ora ribaltando le decisioni del governo (e spesso pronunciandosi a favore dei palestinesi) e, fino a poco tempo fa, invalidando leggi che ritiene possano minare l’indipendenza della magistratura. Per non parlare tempo addietro delle indagini aperte contro i primi ministri, compresi quelli in carica (Yitshak Rabin, Ehud Barak, Ariel Sharon), e perseguiti e condannati come Ehoud Olmert.