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SETTEOTTOBRE: L’ESPRIT DU TEMPS – Francesco Lucrezi

SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS

Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.


Francesco Lucrezi

Tra i vari frutti avvelenati dell’abisso morale inaugurato dal 7 ottobre, spicca l’elezione della cd. Palestina a fantasma malefico, nuovo catalizzatore universale del fiele antisemita. Un fenomeno, certo, non nuovo, che però, negli ultimi undici mesi, ha raggiunto proporzioni impressionanti. Le folle urlanti alla Palestina libera “dal fiume al mare” sono certamente più sincere e coerenti di tutti quelli che reclamano la soluzione dei due popoli per due stati, addossando – mentendo spudoratamente – a Israele il mancato perseguimento dell’obiettivo. Dimenticando che tutte le proposte di pace e di accordo (anche le più estreme e penalizzanti per Israele) si sono sempre scontrate con un muro di eterno, granitico rifiuto, intrecciato a un mare di menzogne e falsità.

Il 7 ottobre ha dimostrato in modo inequivocabile che la Palestina non esiste che come veicolo di feroce antiebraismo. Uno stato palestinese, che viva in pace e sicurezza accanto a Israele e non al suo posto, non ci sarà mai, fintanto che esisterà questo mefistofelico e grottesco Circo Barnum dei finti filopalestinesi, col loro velenoso odio travestito d’amore. Neanche uno stato palestinese con, ai suoi confini, un solo cm quadrato di sovranità ebraica sarebbe da loro mai accettato. Smettiamo di chiamarli pro-Pal, sono anti-Pal, odiano la Palestina, vogliono con tutto il cuore condannare quel popolo a un presente e un futuro di morte, sangue e disperazione. Così come la Palestina è odiata dai suoi stessi cittadini, che hanno massicciamente dimostrato – a Gaza come a Ramallah, a Gerico come a Jenin – di essere o parte integrante della satanica Hamas, o suoi fiancheggiatori attivi, o convinti sostenitori. La “moderata” ANP fornisce cospicui sodalizi alle famiglie degli eroi che hanno violentato e mutilato donne, rapito vecchi e bambini, stuprato cadaveri, gettato nel forno corpi vivi, sparato alla nuca ostaggi con le mani legate dietro la schiena all’approssimarsi dei loro liberatori. Ci dicono sempre che non dobbiamo confondere i palestinesi con Hamas. Giusto. Peccato però che loro non facciano nulla, assolutamente nulla per mostrare una qualche distinzione. Nessun giusto ha aiutato un ostaggio a fuggire, ha mostrato un briciolo di pietà, ha offerto, di nascosto dai carcerieri, un bicchiere d’acqua. Neanche una voce di condanna, in tutto il mondo, si è levata da qualcuno che si sia detto palestinese. Neanche una.

E allora diciamo la triste, cruda, terribile verità: la Palestina viene amata non certo “nonostante” il cancro del terrorismo che la invade, ma proprio “per” esso, in quanto lama affilata con cui tagliare la viva carne del popolo ebraico, degna erede della più feroce Inquisizione cattolica, dei più violenti pogrom russi e ucraini, del peggiore sadismo nazista.

Questo ripugnante finto amore è l’ultima invenzione del camaleontico antisemitismo, che ha trovato il modo per odiare gli ebrei, come sempre, ma senza neanche bisogno di nominarli. Un volgare trucco da quattro soldi, che, con la mente libera, capirebbe anche un bambino di sei anni. Eppure, il mondo ci casca, come ha sempre fatto.


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