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SETTEOTTOBRE: L’ESPRIT DU TEMPS – Massimiliano Boni

SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS

Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.


Massimiliano Boni

La Storia quando entra nella vita degli uomini non chiede mai permesso, al massimo puoi provare a scansarti; di solito però non ci si riesce.

Nella mia piccola e breve vita la Storia è entrata almeno tre volte.

La prima, il 23 maggio 1992. La seconda, l’11 settembre 2001. La terza, il 7 ottobre 2023.

Le ricordo tutte e tre. La prima mi ha lasciato un dolore fortissimo, il sentimento di una perdita improvvisa e definitiva. La seconda uno stupore che intimidisce, la sensazione che da quel momento il mondo è cambiato.

Della terza, non so fare ancora previsioni.

Il 7 ottobre 2023 non era, per noi ebrei, un giorno qualunque. Si festeggiava Simchà Torah, la gioia della Torà. L’ultimo di una serie di giorni inaugurati tre settimane prima con il capodanno. Per questo si è anche un po’ più stanchi, ma sollevati, sereni. Un altro ciclo è trascorso, un altro anno è cominciato, si tratta di ripartire con buoni propositi e allegria.

Ero in sinagoga, una piccola sinagoga dove ci conosciamo tutti. Ciascuno ha il suo posto, ciascuno ha il suo vicino; si sa chi arriva prima, chi è più ritardatario.

Quando è arrivato Ilan, gli ho offerto un sorriso di benvenuto. E invece comincio ad ascoltare una storia che, più lui parla, più a me pare di non capirlo. Penso che si stia spiegando male, o non sappia cosa dice, perché quello che mi sta raccontando è per me letteralmente impossibile.

Quando anche altri confermano, allora la mente rielabora: quella storia, mi dico, non potrà mai essere come la sto ascoltando.

Poi arrivo a casa. Ed è molto peggio di quello che ho sperato e di quello che mi hanno raccontato. Perché vedo le immagini. Vedo la distruzione. Vedo il dolore. Vedo i festeggiamenti e lo strazio. Vedo i pianti e le risa. Vedo gli sputi e i volti tumefatti. Vedo i corpi inermi, in pose innaturali, nudi.

Corpi di donne.

In quel giorno ricordo anche la rabbia, la tanta rabbia. Dov’era l’esercito? Dov’era l’intelligence? Dov’era il governo? Perché è stato possibile tutto questo?

Poi niente altro, solo dolore e ammutolimento. Il giorno di festa stracciato in mille pezzi.

Ora ci stiamo avvicinando di nuovo a quel giorno. In queste settimane leggiamo pagine di Torà piene di consolazione, di fiducia e di amore. “Scegli la vita”, ci esorta il testo biblico. È la strada giusta. Gli ebrei seguono sempre la vita anche contro tutti quelli che vorrebbero portarli alla morte.

Anche stavolta, con le nostre ferite, continueremo a scegliere la vita.


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