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SETTEOTTOBRE: L’ESPRIT DU TEMPS – Maurizio Sacconi

SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS

Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.


Maurizio Sacconi

Da “quel” sette ottobre, l’Occidente ha dovuto prendere consapevolezza del proprio declino e della presenza, al suo stesso interno, di consistenti componenti delle sue società e istituzioni nazionali che ne rifiutano le radici e la stessa sopravvivenza culturale e politica. La brutale aggressione di Hamas non è stata da tutti percepita come il male assoluto e si sono perfino riproposte forme di negazionismo nonostante le moltissime testimonianze. Larga parte del campo progressista ha fatto immediatamente seguire a una timida condanna analisi di comprensione delle ragioni del popolo palestinese rifiutando l’obiettivo inevitabile della distruzione di Hamas attraverso lo strumento della guerra difensiva. Ci sentiamo meno sicuri proprio perché il mondo cui apparteniamo non appare solidale con le vittime e risulta, nella migliore delle ipotesi, imbelle di fronte alle aggressioni. L’anniversario deve quindi costituire occasione per riproporre la nostra identità occidentale, la nostra cultura della vita, la nostra volontà di pace nella sicurezza. La democrazia israeliana è, nonostante tutto, solida e saprà trovare nuovi equilibri politici, tali da isolare le frange radicali dei coloni. Le democrazie occidentali avranno il compito di riportare le università a luoghi aperti della conoscenza e di un più autentico pensiero critico. Il pluralismo etnico e religioso che ormai le caratterizza non potrà essere viziato da minoranze opprimenti e dalla pretesa di cancellare la nostra storia che è memoria anche degli errori per non ripeterli. L’Italia è Paese accogliente per la cura delle vittime innocenti dei conflitti senza che i doverosi sentimenti di pietà rimuovano i torti e le ragioni dei contendenti. Il massacro odioso del sette ottobre, come l’ingresso dei carri armati russi nel territorio dell’Ucraina, tracciano una linea che non consente ambiguità.


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