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SETTEOTTOBRE: L’ESPRIT DU TEMPS – Mirella Serri

SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS

Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.


Mirella Serri

Ho visto due film dedicati ai terribili avvenimenti del 7 ottobre, il primo in forma di documentario (“Screams before Silence”), un altro in forma di riprese fatte dalle telecamere degli stessi terroristi che hanno perpetrato l’eccidio (il video di 47 minuti dell’IDF). Sui giornali si parla di “stupro” e di uccisione delle donne. Adesso mi accorgo che per documentare quello che è stato fatto alle donne, ai bambini e anche agli uomini non esistono parole. Le donne, per esempio, non sono state “stuprate” come hanno recitato infiniti articoli di giornale. Ma il 7 ottobre quando circa 3 mila uomini di Hamas penetrarono in Israele da Gaza e fecero irruzione nei kibbutz e nelle basi militari intorno alla Striscia, compiendo un massacro mai avvenuto prima nella storia del Paese, le donne hanno subito violenze che non credevo possibili dal tempo del Medio Evo. La parola stupro non vuol dire nulla di fronte ai chiodi piantati negli apparati genitali, alle teste mozzate, ai seni recisi, ai corpi dati alle fiamme ancora vivi. Non sono azioni di guerra, c’era la volontà di accanirsi in particolare sui corpi femminili in quanto simboli di Israele e della riproduzione degli ebrei. La volontà di sterminare gli ebrei è la stessa di Amin Al Huseyni che operava al fianco di Hitler per gettare nelle camere a gas i bambini ebrei. Gli uomini di Hamas hanno preso di mira le basi militari della zona, ingaggiando scontri a fuoco, uccidendo i soldati e bloccando i soccorsi per i residenti dei kibbutz intrappolati. Hanno falciato in strada, in macchina, in attesa alla fermata dell’autobus molte persone. Tante altre le hanno massacrate nelle abitazioni, sotto gli occhi dei familiari. Al Nova Festival, appuntamento musicale che aveva richiamato a Rèim centinaia di giovani, nel ‘black shabbat’, hanno compiuto le violenze più efferate. E da quel giorno la mia vita è cambiata perché non le credevo possibili. Come non ritengo possibile che di queste donne si parli assai poco e che non ne parli il movimento femminista che scende nelle piazze, nelle strade, nelle università per manifestare a favore dei palestinesi senza ricordare le donne finite nelle mani di Hamas. Le hanno cancellate. Dobbiamo elaborare un nuovo linguaggio per la memoria, per l’orrore e per trasmettere queste emozioni e sentimenti anche al popolo palestinese, che, ne sono sicura, non condivide le azioni dei suoi dittatori. I terroristi sono l’espressione di un potere dittatoriale che vuole annientare le donne, gli omosessuali, gli ebrei e Israele. 


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