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SETTEOTTOBRE: L’ESPRIT DU TEMPS – Nicoletta Tiliacos

L’ESPRIT DU TEMPS

Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.


Nicoletta Tiliacos

Israele siamo noi: è stato questo il primo pensiero all’alba del 7 ottobre 2023, mentre arrivavano le notizie concitate del pogrom dei nazi -terroristi di Hamas, che rinnovava con macabra fantasia i fasti del nazismo originale, sgozzando, bruciando e stuprando tra le famiglie dei kibbutz e tra i ragazzi del Nova festival. 

“Israele siamo noi” era stata l’intuizione, diventata titolo, di un libro del 2007 di Fiamma Nirenstein. In quegli anni di Intifada e di attentati islamisti suicidi, diceva: attenzione, quello che accade in Israele, dove la dirigenza palestinese risponde con odio e morte alle offerte di pace del 2000 (vertice di Camp David) e del 2005 (ritiro unilaterale di Israele da Gaza), è solo l’anticipazione di ciò che attende tutto l’Occidente. 

Quanto fosse vero lo abbiamo sperimentato in seguito a Londra, a Parigi, a Bruxelles. Israele siamo noi, dunque, e non è mai stato tanto vero come quel 7 ottobre – e da quel 7 ottobre. È vero quando chi straparla di “genocidio” a Gaza nega a Israele il diritto all’esistenza e all’autodifesa; Israele siamo noi quando si accusa di apartheid il paese in cui i più di due milioni di arabi israeliani hanno accesso a tutte le opportunità professionali, culturali, politiche.

Israele siamo noi quando si ripete che il sionismo è razzismo, sulla scia fuori tempo massimo di una risoluzione Onu del 1975, cancellata solo vent’anni dopo, quando di pozzi ne aveva ormai avvelenati parecchi (a favorirla era stato un predecessore di Guterres, il Segretario generale delle Nazioni Unite Kurt Waldheim che nel 1943 si era distinto per zelo, da ufficiale tedesco, nella deportazione degli ebrei di Salonicco).

Israele siamo noi ogni volta che nelle nostre città una ragazza ebrea si trova a valutare se sia il caso di indossare una catenina con la stella di David o un ebreo si chiede la stessa cosa per la kippà. 

Dal 7 ottobre 2023 Israele siamo noi, più che mai. Israele siamo noi perché, così come l’odio per gli ebrei ha precipitato il mondo nella catastrofe della Seconda guerra mondiale, oggi l’odio per Israele getta il mondo in un caos morale e politico che attenta alla libertà di tutti.


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