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SETTEOTTOBRE: L’ESPRIT DU TEMPS – Paolo Forcellini

SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS

Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.


Paolo Forcellini

Sono stato convinto per molti decenni di appartenere a una generazione baciata dalla fortuna. I miei coetanei non hanno conosciuto guerre, a parte scarni echi di quelle lontane, in altri continenti e/o in paesi governati da dittatori o similari. Fino a pochissimo tempo fa era inconcepibile che si potessero ripresentare vicino a noi pratiche di torture di massa, mutilazioni e violenze efferate, massacri anche di donne e bambini. Tutte cose che dai ricordi di scuola sapevamo essere moneta corrente nel Medio Evo o nell’Urss staliniana, nella Germania hitleriana e in esotiche dittature. Il crollo del muro di Berlino, la fine dell’Urss, ci avevano convinti che, quantomeno in Europa, il capitolo delle dittature fosse chiuso. Grave errore. Prima con l’aggressione all’Ucraina, il 24 febbraio 2022, poi con il pogrom del 7 ottobre 2023 in Israele, evento che neppure i famigerati lanzichenecchi avrebbero potuto ideare, è tornata all’ordine del giorno un’eventualità che avevamo frettolosamente cancellato dalle nostre menti, quella che potesse essere messa in discussione l’esistenza stessa di Stati democratici. È degli ultimi mesi, inoltre, la crisi acuta dei sistemi politici dei maggiori paesi del Vecchio Continente, l’avanzare di partiti a buon titolo eredi del nazifascismo e del comunismo. La reazione di molti e importanti partiti e governi occidentali a questi eventi testimonia ogni giorno di più l’esistenza di pericolose crepe nella tenuta, nella compattezza della reazione democratica alle sanguinarie offensive e provocazioni che si moltiplicano. Dove finiremo? Quelle che abbiamo creduto per lungo tempo essere le magnifiche sorti e progressive del mondo occidentale e democratico sono tornate in forse. Nel Medio Oriente una coalizione di paesi governati da regimi medievali, assolutisti, feroci con i sudditi e con le donne in particolare, vuole far letteralmente scomparire l’unico piccolo-grande Stato democratico, vuole riportare tutto il territorio palestinese (nell’antichità erano gli ebrei a essere chiamati palestinesi) alla desertificazione e alla miseria della dominazione ottomana o del mandato britannico, quando in quelle terre viveva, molto a stento, meno di un decimo degli attuali abitanti. Non possiamo restare a guardare, borbottare, accettare che Italia e paesi alleati abbiano il braccino corto con gli aiuti economici e militari a Ucraina e Israele. Che mondo vogliamo lasciare ai nostri figli e nipoti?

Un’ultima cosa: si piangono giustamente anche le molte vittime civili di Gaza. Ingiustamente, invece, questi morti vengono addebitati all’azione di Israele per debellare Hamas. Ma ci sarebbero state quelle vittime se i terroristi si fossero arresi, magari chiedendo un salvacondotto per espatriare, di fronte alla ineluttabile reazione israeliana al 7 ottobre? Chi è che ha usato gli scudi umani, non solo indifferente alle migliaia di morti ma strumentalizzandoli per i propri abietti fini? Quanti sono stati nella Seconda Guerra Mondiale i morti civili tedeschi o italiani causati dai rifiuti di Hitler, rinchiuso nel suo bunker a Berlino, o di Mussolini a Salò, di prendere atto che la loro orrenda partita era persa e che si potevano risparmiare vite umane?


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