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SETTEOTTOBRE: L’ESPRIT DU TEMPS – Walker Meghnagi

SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS

Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.


Walker Meghnagi

Il 7/10 si è compiuto uno scempio come mai avremmo immaginato sarebbe potuto accadere dopo l’olocausto. 

Da allora è diventato uno spartiacque tra un “prima” e un “dopo” che ci ha svegliato da un torpore e da un’illusione durati quasi 80 anni diventando così un incubo che da allora stiamo vivendo a occhi aperti. 

Nel “prima” ci eravamo illusi che tutto ciò che si commemorava nelle “Giornate della Memoria”, che tutti i semi sparsi per far capire, per spiegare alle giovani e meno giovani generazioni le radici del male che avevano portato all’olocausto fossero finalmente fioriti in una vera comprensione e rigetto dell’assurdità e follia dell’antisemitismo. Ci siamo invece ritrovati in un “dopo” dove il peggior antisemitismo, antigiudaismo e antisionismo si sono uniti e sono stati sdoganati in un’orgia di odio, bugie e falsità. 

È come se questi tre “anti”, che prima vivevano misere vite separate ostinatamente accuditi da una manciata di irriducibili cretini che ogni tanto facevano capolino, subito dopo il 7/10 si siano sturati in sincrono facendo fuoriuscire una marea montante di odio e livore in quantità inimmaginabili. Questo non solo ha dimostrato che gli appartenenti agli “anti” fossero ben più numerosi di quanto avessimo pensato, ma, e sicuramente ben più preoccupante, è come se il 7/10 avesse dato loro la validazione della legittimazione. Cosa ancora più grave è che questo timbro di legittimazione sia stato avvallato in tutto l’occidente dall’assenza d’intervento o dal lassismo di molte delle istituzioni che dovrebbero essere l’architrave e la difesa dei valori occidentali: le piazze, le università, le redazioni di moltissime testate e programmi televisivi, le manifestazioni, dove violenze e gli slogan più orrendi venivano urlati senza remora e conseguenza alcuna, ne sono solo una parziale testimonianza. 

Detto questo, c’è anche da riconoscere che abbiamo avuto in tutti gli ambiti, istituzionali e non, moltissime testimonianze di affetto, solidarietà, vicinanza e il fattivo intervento da parte della autorità ad esempio per garantirci il prosieguo in sicurezza della nostra vita comunitaria. 

È sicuramente rassicurante che vi sia una “maggioranza silenziosa” che ha trovato il coraggio di uscire allo scoperto, di farsi avanti e di farsi sentire, cosa per noi più che mai preziosa. È questa vicinanza “silenziosa”, ma presente e ancorata a valori universali ed eterni che proprio nell’Ebraismo trovano le proprie radici e la resilienza del nostro Popolo che mi rendono ottimista: saranno loro a spazzare l’odio urlato intriso di violenza. 


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