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SINWAR: PERÒ A ME NON UCCIDETEMI EH!

SINWAR: PERÒ A ME NON UCCIDETEMI EH!

Stefano Parisi

Il martirio come virtù. Il suicidio omicida in nome di Allah. “Siamo noi che abbiamo bisogno del sangue dei bambini delle donne e degli anziani palestinesi. Abbiamo bisogno di questo sangue per risvegliare dentro di noi lo spirito rivoluzionario”. Dichiarava a ottobre scorso Ismail Haniyeh, il capo politico di Hamas, ucciso a Teheran lo scorso 31 luglio. I morti sono i martiri per la causa: la cancellazione di Israele dalla carta geografica, l’uccisione di tutti gli israeliani, dal fiume al mare. Ogni palestinese morto rafforza Hamas in occidente. Hamas ha bisogno di palestinesi morti. Ne esalta il numero, diffonde false foto per descrivere il loro martirio. I capi si proteggono con le vite dei civili. Yahya Sinwar vive sottoterra, nei tunnel attrezzati come bunker, ben riforniti di cibo, soldi e armi, per proteggere la propria vita e quella dei suoi dirigenti, e manda a morte migliaia palestinesi. Hanno bisogno della loro morte. Per suo ordine centinaia di terroristi e civili palestinesi hanno trucidato, stuprato, mutilato, bruciato, fatto a pezzi 1200 donne, bambini, anziani e uomini israeliani inermi. Questa è la cultura della morte e dell’odio che tiene insieme un popolo alla fame, costretto a una vita di odio e povertà, per armare e tenere sveglio lo “spirito rivoluzionario” dei capi di Hamas, di Hetzbollah, del regime nazista e corrotto della repubblica islamica dell’IRAN. Sinwar ha anche scritto dei romanzi per descrivere le dinamiche interne della bella famiglia media palestinese con attentati suicidi, rapimenti e omicidi. Abbiamo sentito con le nostre orecchie le madri palestinesi esaltare il martirio dei loro figli. Ecco. Ma quando è al dunque, nell’infinito negoziato per il rilascio degli ostaggi (che nel frattempo continuano a morire, di stenti o ammazzati dai palestinesi, come il caso degli ultimi 6 ostaggi ritrovati a Gaza), Sinwar chiede che, tra le condizioni dell’accordo, ci sia un lasciapassare per sé stesso. Israele si deve impegnare a non ucciderlo. Probabilmente vuole succedere a Haniyeh anche nella vita da nababbo miliardario che il suo predecessore faceva in Qatar.