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“SUICIDIO” DI MASSA

“SUICIDIO” DI MASSA

Daniele Scalise

Dal punto di vista filologico nulla da dire. Nel lessico inglese settecentesco il termine ‘queer’ era classificato come un aggettivo equivalente al nostro ‘bizzarro’ e di stravagante e grottesco, i “Queers for Palestine’ hanno fatto il pieno. Capita di leggere che alcuni di loro inneggino con eccitata convinzione alla Palestina di Hamas e che non esitino a definire le libertà lgbtq+ israeliane come una manovra di pink-washing, goffo tentativo di usare presunte conquiste civili per coprire indiscutibili abusi razzisti e ora genocidari. Eppure, è arcinoto che non solo nella Gaza di Hamas ma anche nei territori sorvegliati dall’Autorità palestinese di Abu Mazen e in tutti i paesi islamici gli omosessuali e similivengano perseguitati con una ferocia medioevale con tanto di roghi e torture e impiccagioni e detenzioni. Ed è quanto meno bizzarro che quelli che gridano allo scandalo davanti alle dichiarazioni di Vannacci o, peggio ancora, azzittiscono con iattanza fascistoide la ministra Eugenia Roccella, non si sentano in dovere di spendere una sola parola contro la persecuzione dei gay per mano di regimi che non solo non la negano ma addirittura la promettono e la rivendicano. Il che fa il triste paio con quelle presunte femministe che non hanno avuto né il coraggio né la dignità di denunciare lo stupro di massa del 7 ottobre ad opera dei massacratori islamici i quali si vantano di usare il corpo delle donne ebree (e occidentali) come terra di conquista. Per tornare ai Queers for Palestine c’è da aggiungere che questa minoranza chiassosa riesce a ottenere ascolto da una parte grazie alla complicità irresponsabile dei media che continuano a descriverli come legittimi rappresentanti di categoria e, dall’altra, di una maggioranza che assiste silenziosa e inerte. Un gay che sventola la bandiera palestinese condensa in sé l’idiozia e l’ignoranza autolesionista che nemmeno il suo peggior nemico potrebbe augurargli e si fa simbolo di una cultura miserabile che molti giovani – e non giovani – occidentali si sono intestati senza pudore.