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SETTEOTTOBRE: L’ESPRIT DU TEMPS – Assia Neumann Dayan

SETTEOTTOBRE
L’ESPRIT DU TEMPS

Tra poco sarà un anno dal pogrom con cui Hamas ha dichiarato guerra a Israele e all’Occidente. L’Associazione Setteottobre, nata in Italia per combattere l’antisemitismo risorgente nelle nostre società, ha deciso di avviare una riflessione su che cosa è cambiato, dopo il 7 ottobre del 2023, nelle nostre vite individuali e nella vita collettiva.


Assia Neumann Dayan

Cosa succede quando scopriamo che quelli che pensavamo fossero i buoni, banalmente, non lo sono? L’Onu, le speciali relatrici, le organizzazioni no profit, le università più prestigiose al mondo, gli insegnanti, gli intellettuali, i progressisti, i difensori dei diritti umani, i paladini dei diritti civili, le femministe, i giornalisti: l’8 ottobre, insieme ai morti, insieme ai rapiti, è sparito il mondo che pensavamo di conoscere. Cosa è successo il 7 ottobre lo sappiamo tutti, ma quello che è successo l’8 ottobre non sarà dimenticato, né capito fino in fondo. È successo che la gente è scesa in piazza e ha occupato le università, è successo che gli ebrei non erano ebrei, ma erano israeliani, o forse no, infondo anche i palestinesi sono semiti, quindi non esiste l’antisemitismo, e poi gli ebrei sono bianchi occidentali, è la lotta degli oppressi. È successo che Gesù era palestinese, è successo che le femministe agli stupri non hanno mai creduto perché per i fischi per strada ci vuole l’ergastolo, ma per gli stupri del 7 ottobre ci vuole l’indagine indipendente internazionale. È successo che c’era una certa timidezza nel dirsi contro Hamas, ma dopo un anno la timidezza ha lasciato il posto alla legittima Resistenza. È successo che i social sono diventate le birrerie di Monaco, è successo che ad Anna Frank hanno messo la kefiah, e per me, soprattutto, è successo che le persone strappavano i manifesti con le foto degli ostaggi. Se cancelli le vittime, cancelli anche il reato. Questo gesto, isterico e gratuito, è la rappresentazione di quello che è, di quello che è stato, e di quello che sarà. Non si torna indietro da un abisso così. La responsabilità del 7 ottobre è di Hamas, ma quella dell’8 ottobre è di tutti. La tragedia del 7 ottobre è incalcolabile, ma quella dell’8 ottobre siamo condannati a riviverla ogni giorno, per sempre.


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